Turandot.

Per la prima volta due poetiche teatrali s’incontrano: l’Opera di Pechino e il Melodramma.

 

Rappresentata al Teatro dell'Opera di Roma

"Turandot Canta Per La Fenice.

Parimenti bella era la regia di Stefano Monti, un gioco moderno ed elegante di scatole cinesi [...]"

Corriere della Sera

 

"Applaudita Anteprima Pro Fenice.

Il meglio stava nella regia di Stefano Monti e nelle scene di Edoardo Sanchi, che hanno sfrondato la Turandot dalle cerimoniose cineserie [...]"

Il Giorno

 

"In Braccio al Moderno.

Regista spregiudicato come Stefano Monti [...] La regia ha optato per una liturgia di matrice oratoriale, deputata da trite cineserie e sbavature naturalistiche, affidata al contrario alle immagini di una Pechino ciclopica e arcaica [...] alle millenarie stilizzazioni mimiche dell'Opera di Pechino."

L'Espresso

 

"[...] È stata una serata ricca di affetti e commozioni con applausi cordiali per tutti da parte di un pubblico eccezionale. Con Oscar Luigi Scalfaro, infatti, un vero parterre de roi; fra gli altri ambasciatori di Cina, Russia, Francia e Giappone."

La Gazzetta del Mezzogiorno

 

"Per la Turandot esiste una deplorevole tradizione di cineserie dalla quale il regista Stefano Monti ha voluto giustamente prescindere."

Il Manifesto